Una volta era diverso. Il marito si occupava dei piccoli lavori elettrici, delle pitture, di appendere i quadri, di fare un buco con il trapano per fissare un appendiabito. Insomma, nessun lavoro per cui si richiedesse la laurea in ingneria meccanica o in fisica nucleare. Semplicemente una moglie sapeva che se andava in corto una lampadina in cucina poteva stare tranquilla e doveva solo aspettare il rientro a casa del marito. Ok, mi dite dove sono finiti tali uomini?
Io tremo ogni volta che c'è un chiodo da fissare al muro o un filo da collegare per accendere una luce. "Ma dai, lo faccio io!" si offre prontamente volontario Lui, il marito in questione. Comincio a sudare freddo. Continua imperterrito"Mica vorrai chiamare un elettricista per una sciocchezza simile?" Ecco, ci risiamo. Mi viene in mente l'ultima volta che aveva trovato un filo che secondo lui era di troppo e con tutta la noncuranza del mondo aveva già afferrato le forbici per tagliarlo. Come fosse un filo di lana che pende da un lato della giacca.
Mi agito. Cerco di fargli cambiare idea tentando le vie più diplomatiche. "Si, magari è una cosa da nulla ma non è il tuo mestiere, non sei portato per certi tipi di lavori" I miei tentativi non fanno che peggiorare la situazione. "Sei sempre la solita esagerata e non hai per nulla fiducia in me!" Intanto mi torna in mente l'altra volta in cui per sostituire uno spinotto dell'antenna si ferì un dito con un cacciavite e si pistò un unghia con le pinze. Che poi bene o male le cose riesce pure a farle poveretto, impiegandoci però il doppio del tempo e il triplo della fatica necessari.
"Magari chiediamo ad una persona esperta da cosa potrebbe dipendere, così ci può dare indicazioni sul da farsi" tento disperatamente. Le mie parole cadono però nel vuoto e intanto si arma della sua fantomatica cassetta degli attrezzi (da dove sà a malapena riconoscere un cacciavite a stella da uno a punta), tira fuori la scala dal ripostiglio e in me che non si dica si è già calato nella parte dell'operaio elettricista. "Tu reggimi la scala, un minuto e ho finito". Sconsolata assisto al lavoro e sempre con mille occhi cerco almeno di evitare il peggio.
Morale della favola: ci sono volute tre ore. E c'era solo da collegare un filo.
g 200 circa di biscotti secchi (senza uova)
2 bicchieri di latte fresco
2 cucchiai di zucchero
1 cucchiaio abbondante di amido di mais
1 bustina di vanillina
1 cucchiaio di cacao amaro + quello per decorare
liquore alchermes per bagnare i biscotti
Preparate la crema. In un pentolino miscelate zucchero, amido e vanillina. Aggiungete il latte a filo girando con una frusta in modo da non far venire grumi. Mettete sul fuoco a fiamma bassa e portate a bollore mescolando di continuo. Quando bolle e la crema comincia a fumare spegnete e lasciate raffreddare.
Una volta tiepida dividete la crema in due parti. Ad una parte aggiungete un cucchiaio di cacao amaro e girate bene con una frusta fino a sciogliere il cacao.
Versate in una ciotola dell'alchermes e preparate le ciotoline per le monosporzioni. Per facilitare poi il rovesciamento sul piatto da portata vi consiglio di foderare ogni stampo con della pellicola.
Iniziate la composizione posizionando sul fondo e ai lati dello stampo i biscotti bagnati al liquore. Versate ora una parte della crema, fate un altro strato di biscotti inzuppati e poi ancora crema (dell'altro colore). Coprite con un ultimo strato di biscotti bagnati di liquore, coprite gli stampini con altra pellicola o della carta alluminio e ponete in frigo per almeno 4 ore.
Al momento di servirle, rigirate le ciotoline sul piatto da portata, spolverate con cacao amaro e servite.
Leggera leggera, veloce e golosissima. Provatela!
è l'ideale per la mia dieta... deve essere deliziosa
RispondiEliminadeliziosa!!!
RispondiEliminache bontà questa versione della zuppa inglese, la proverò di certo!!
RispondiEliminaperò, al povero marito io concederei una secondo possibilità, per mantenere il suo onore di uomo di casa dai!!!
un bacione
Ahahahaah povero marito...e povera te!!!!
RispondiEliminaMa succede ovunque, non credere...e ottima questa zuppa inglese alleggerita!
Da me è lo stesso! Che fatica!
RispondiEliminaLa zuppetta inglese è formidabile. Affonderei volentieri il cucchiaino!
Baci
Giovanna
Your trifle is great and I love that it's light! I know exactly what you mean with your husband and repairs. It must happen world wide!
RispondiEliminache buona la zuppa inglese!!
RispondiEliminama per tradizione la mangio solo per natale...
dai mi sono messa tra i tuoi sostenitori,se ti va passa da me1
ciao carla
bella ricetta,.... ma anche io sono una frana nei lavori domestici elettrici, ma sapendolo io chiamo subito l'elettricista :-)))
RispondiEliminaFantastico il tuo racconto! Allora non accade solo a casa mia?! Anch'io tengo spesso la scala, mio marito non fa nulla senza l'aiutante ;) Deliziosa questa zuppa inglese versione light, la proverò presto :) Ciao Liz
RispondiEliminagoruntulu show
RispondiEliminaücretli
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